Auditor di Sistemi di Gestione della Sicurezza sul lavoro

Corso qualificato CEPAS per Auditor di Sistemi di Gestione della Sicurezza sul lavoro. Alla Camera di Commercio di Benevento la Cerimonia di consegna degli Attestati. Con la consegna degli attestati da parte del presidente Gennaro Masiello, si è conclusa ufficialmente, stamane, presso il palazzo camerale, la seconda fase del Corso di formazione, qualificato CEPAS, per “Auditor di terza parte di Sistemi di Gestione della Sicurezza sul lavoro”, tenutosi alla Camera di Commercio di Benevento, nello scorso mese di marzo.

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Il percorso formativo è nato nell’ambito di una più ampia attività di promozione e di sensibilizzazione denominata “Safety Day” avviata alla fine del 2008, di concerto tra l’INAIL Campania, Unioncamere Campania ed il Consorzio Promos Ricerche, a favore di piccole e medie imprese, Enti e organismi campani, sui temi della sicurezza sui luoghi di lavoro e della responsabilità sociale.

L’iniziativa promozionale realizzata in collaborazione con l’ANGQ – Associazione Nazionale Garanzia della Qualità – ha avuto, a partire dal 2010, un’evoluzione rispetto al format originario, che la trasformata in una vera e propria attività di formazione specialistica, che ha visto la sua piena realizzazione a Benevento e che a breve sarà estesa alle altre province campane.

Ai partecipanti al corso del 7 ed 8 marzo 2011, una due giorni di full immersion, che completa un percorso di 40 ore complessive sul tema della Safety e sulle modalità di conduzione degli audit sui Sistemi di Gestione della Sicurezza sui luoghi di lavoro, sono stati consegnati gli attestati per “Auditor”, predisposti dall’ANGQ.

Alla cerimonia ha preso parte anche Attilio Montefusco, direttore del Consorzio Promos Ricerche che, assieme al presidente dell’Ente camerale sannita, Gennaro Masiello, ha consegnato gli attestati ai diciotto partecipanti al corso, di cui otto in rappresentanza delle aziende del beneventano: Geosystems Group srl, Rummo S.p.A., S.I.A. SpA, Innova srl, LAER srl, Soluzioni Professionali sas, Impresa Edile Stradale Russo, oltre a liberi professionisti ed ai rappresentanti di tre imprese fuori provincia, la  MHI e FOR.M & S. SRL del napoletano, e la Certisalus di Avellino e a quello  dell’IPIA “ G. Caselli” di Napoli.

In considerazione del successo riscosso dalla formula (Safety Day informativo seguito dal momento corsuale formativo) il Consorzio Promos Ricerche ha proposto ad INAIL Campania ed Unioncamere Campania di sostenere il completamento del programma a partire da Napoli, già nel prossimo mese di giugno, estendendo l’organizzazione dell’azione formativa anche nelle restanti Camere di Commercio della Campania.

L’obiettivo degli Enti promotori è quello di realizzare gruppi di competenze che, a livello di aggregazioni territoriali, possano contribuire a sviluppare nuove iniziative di coinvolgimento settoriali e/o tematiche e quindi creare ambiti lavorativi più sicuri ed una nuova sostenibilità sulla base di questa puntuale esperienza.

Commenti

INFOTEL ha detto…
Testare la conoscenza dei datori di lavoro in merito alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. E' questo l'obiettivo del questionario presentato nel corso di un'audizione, questa mattina al Consiglio regionale, dal presidente della commissione speciale "Sicurezza e prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro", Luigi Abate (Lista Polverini). Hanno partecipato alla seduta le associazioni di categoria degli imprenditori del settore artigianato, commercio, industria, agricoltura, edilizia e imprese del Lazio e di Roma.

Abate ha illustrato ai presenti il questionario di autovalutazione specificandone la necessità al fine di acquisire dati sul livello di conoscenza delle tematiche relative alla sicurezza e salute negli ambienti di lavorativi, da parte dei datori di lavoro per mettere in campo le adeguate proposte finalizzate alla prevenzione. Il presidente ha, inoltre, riconosciuto anche al datore di lavoro il ruolo di "lavoratore", e come tale soggetto da coinvolgere nei corsi di formazione predisposti ad hoc dalla Regione Lazio.

"Il datore di lavoro - ha dichiarato Abate - non può essere visto sempre come unico 'capro espiatorio' di fronte agli infortuni che accadono negli ambienti lavorativi. Questo cambio di punto di vista è un percorso difficile, ma possibile grazie anche a SGS (sistemi di gestione di sicurezza) da modulare per i diversi macrosettori imprenditoriali del Lazio e semplificati per le piccole imprese. La Commissione, in stretta collaborazione con l'Assessorato al Lavoro, potrà farsi portavoce, anche presso il Ministero del Lavoro, dell'esigenza di sistemi di gestione della sicurezza (SGS) semplificati per le piccole imprese e ad hoc per i vari settori imprenditoriali".
INFOTEL ha detto…
La psichiatria per prevenire gli infortuni fra i lavoratori stranieri. È quello che si sperimenterà nel progetto presentato da Fondazione Unipolis e Fondazione Alma Mater a Bologna nel workshop “Sicurezza nei luoghi di lavoro e immigrazione” nell’ambito delle iniziative della rassegna Molteplicittà.
Il progetto partirà a settembre e insegnerà ai responsabili della sicurezza delle imprese a utilizzare tecniche di medicina psichiatrica, con l’obiettivo di migliorare la comunicazione con gli stranieri lavoratori delle imprese, per diminuire gli incidenti. L’idea, in altre parole, è di “mutuare” l’approccio della psichiatria transculturale e applicarla per superare le “barriere culturali”.
Tra i promotori dell’iniziativa il professor Domenico Berardi e la dottoressa Ilaria Tarricone, del dipartimento di Neuropsichiatria dell’Università di Bologna, che hanno operato in ambito clinico all’interno dei Centri di salute mentale dedicati agli stranieri. Una realtà presente sul territorio di Bologna fin dal 1995 con il Centro Georges Devereux del professor Alberto Merini, e cresciuta negli anni passando sotto la gestione dell’Università di Bologna. La psichiatria transculturale prevede l’adattamento del modello di cura alla diversità culturale del soggetto, e ha studiato varie strategie di approccio che permettono di superare le difficoltà e le incomprensioni per ottenere una comunicazione efficace.
Il progetto dei due ricercatori prevede l’insegnamento ai responsabili della sicurezza in azienda di abilità e metodi comunicativi racchiusi in un metodo in quattro step chiamato Ciao (acronimo che sta per contatto, intesa, alleanza e obiettivi). Il metodo si basa su alcuni concetti e tecniche formulati in psichiatria, come il transfer e il problem solving, e, come nella psicoterapia, punta a creare un ponte empatico tra formatore e formato, attraverso cui analizzare i percorsi migliori per proteggerlo tramite pratiche virtuose di sicurezza sul lavoro. Le persone formate saranno poi invitate a formare altri responsabili, secondo i principi dell’educazione tra pari.
INFOTEL ha detto…
E’ in gravissime condizioni un operaio 50enne che ieri è rimasto intrappolato senza ossigeno in pozzetto mentre stava lavorando. L’incidente sul lavoro è avvenuto ad Arzignano, nel pomeriggio. Islam Xhafa da parecchio ha lasciato l’Albania per tentare la fortuna in Italia dove ormai si è integrato e dove dopo qualche lavoro qua e la, ha trovato un impiego stabile che gli permette di vivere. Ieri ha vissuto attimi di vero terrore. Con alcuni colleghi aveva raggiunto a bordo di un furgone della ditta Molon un campo agricolo a ridosso di via Busa. Sotto a quel terreno scorrono le tubature di scarico delle ditte della vicina area industriale. Per questo gli operai ieri si trovavano lì. Avevano il compito di ripulire e fare manutenzione sui pozzetti collegati alle tubature che tagliano il fondo agricolo. Una mansione piuttosto delicata e importante dal punto di vista ambientale.

Qualche cosa deve essere accaduto a Islam Xhafa prima dell’incidente sul lavoro: forse una distrazione, un movimento sbagliato che gli ha fatto perdere l’equilibrio, o un malore. Tutte le ipotesi sono ancora al vaglio dello Spisal di Arzignano a cui sono affidate le indagini per chiarire la dinamica dei fatti e valutare se siano state rispettate tutte le regole sulla sicurezza sul luogo di lavoro o se ci sia stata negligenza da parte dei responsabili della ditta e del turno di lavoro. Il 50enne era chinato in avanti per ripulire un pozzetto. All’improvviso è scivolato in avanti cadendo all’interno del buco. Per ben 25 minuti l’uomo è rimasto imprigionato all’interno del pozzetto senza ossigeno. Uno spazio di un metro per un metro dove nell’arco di pochi minuti ha cominciato a scarseggiare l’aria. I colleghi di lavoro si sono accorti rapidamente di quanto stava accadendo, ma ci hanno messo non poco a capire come intervenire.

La centrale del 118 che era stata allertata dai compagni dell’uomo ha inviato un’ambulanza sul posto e ha allertato anche i vigili del fuoco che sono arrivati immediatamente. Una parte da «leoni» nelle operazioni necessarie a liberare l’uomo dalla trappola in cui era finito l’ha avuta un collega di lavoro che è stato portato in ospedale ad Arzignano dove i medici che hanno ritenuto più prudente tenerlo in osservazione hanno valutato che le sue condizioni di salute non sono gravi. Tutt’altra la situazione per il 50enne che se l’è davvero vista brutta. Dopo quasi mezz’ora intrappolato a testa in giù senza ossigeno è stato liberato grazie all’intervento dei vigili del fuoco e dei colleghi e affidato al personale del 118. I sanitari del Suem hanno tentato quattro o cinque volte le manovre di rianimazione anche con l’uso del defibrillatore. L’operaio è stato portato in gravi condizioni ad Arzignano, ma già poche ore dopo si parlava di un possibile trasferimento al San Bortolo di Vicenza. Sotto choc i colleghi che hanno assistito all’incidente. Del caso, oltre allo Spisal, si sta occupando anche la locale stazione dei carabinieri che ha inviato sul posto una propria pattuglia per gli accertamenti previsti.
INFOTEL ha detto…
La Provincia autonoma di Bolzano ha stanziato 200mila euro a favore di un progetto di formazione nel campo della sicurezza sui posti di lavoro.

Nel corso della seduta del Comitato provinciale di coordinamento per la sicurezza sul lavoro il direttore della Ripartizione provinciale lavoro, Helmuth Sinn, ha fatto una panoramica sulla campagna di formazione nel campo della sicurezza sui posti di lavoro che e' stata avviata all'inizio dell'anno. La campagna fa ricorso a misure di sensibilizzazione particolarmente innovative nei confronti dei lavoratori ed e' rivolta specificatamente a lavoratori stranieri, stagionali occupati nell'agricoltura, dipendenti di piccole e medie imprese, piccoli imprenditori, liberi professionisti e giovani che lavorano da meno di due anni, studenti che frequentano i corsi della formazione professionale e agli incaricati della sicurezza sui posti di lavoro.
INFOTEL ha detto…
Uno studio effettuato dall’Università di Burgos, Spagna, ha rilevato che il 18,2% degli infortuni sul lavoro e il 29,4% di quelli mortali si realizzano nella fascia oraria immediatamente successiva alla pausa pranzo. L’osservazione del fenomeno è avvenuta nella penisola iberica, ma anche in Svezia e Danimarca.

A causare gli incidenti più gravi, che avvengono tra le 13 e le 17, sono la stanchezza o la fretta e il consumo di alcool e droga: il cosiddetto “effetto pranzo”. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista “Plataforma Sinc” ed è stata coordinata dal Prof. Miguel Camino Lopez, il quale ha constatato che gli infortuni come cadute dall’alto riguardano tutti i tipi di aziende, lavoratori giovani e più anziani, chi lavora sui ponteggi o con le macchine.

Le percentuali fanno notare come, anche se gli incidenti si concentrano nelle ore del mattino, quelli che avvengono nelle prime ore pomeridiane sono ben più letali. Infatti, tra le ore 9.00 e le 13.00 si verifica il 57,3% degli incidenti in totale e il 38% di quelli letali, ma nel post-pranzo si verifica il 18,2% degli infortuni il cui 30% è mortale.

La ricerca spagnola ha seguito le orme di un’osservazione che era stata già fatta in Svezia e Danimarca dall’Istituto nazionale per la salute sul lavoro, ed il risultato è stato valutato anche in base alle risposte dei lavoratori, che hanno indicato come cause, oltre alla mancanza di effettive condizioni di sicurezza, il consumo di droga o alcol durante la pausa.
INFOTEL ha detto…
Chi si aspettava un accenno alla vertenza Eternit nella sua prima uscita pubblica a ventiquattro ore di distanza dal processo contro i vertici della "fabbrica della morte" (i decessi di mesotelioma pleurico hanno raggiunto a Casale Monferrato, una dimensione da primato) sarà rimasto deluso.

Al convegno organizzato da un gruppo di associazioni imprenditoriali e sindacali ad Asti, al Centro Culturale San Secondo, sui “Sistemi di gestione e modelli organizzativi”, il magistrato torinese Raffaele Guariniello, ha effettuato un intervento incentrato sull'argomento che è altrettanto attuale.

Ovvero, quello della responsabilità delle imprese quando si verificano degli infortuni sul lavoro che provocano la morte o lesioni ai lavoratori, con la possibilità che vengano comminate delle sanzioni che vanno, nei casi più gravi, dall’interdizione dell’attività, all’incapacità a contrattare con la pubblica amministrazione, alla confisca.

Per evitare questo tipo di responsabilità le aziende possono (non ne sono obbligate) utilizzare dei sistemi di gestione e dei modelli organizzativi che – semplificando un concetto abbastanza complesso – servono a monitorare se gli interventi di sicurezza sul lavoro sono efficaci o meno.

Guariniello, ha parlato per circa un’ora davanti ad un uditorio piuttosto attento, spiegando quali sono le modalità di applicazione della legge.

Nella mattinata, tra gli interventi, il direttore dello Spresal - Servizio di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro dell’Asl di Asti, Roberto Zanelli ha esposto quali sono gli interventi regionali in materia di prevenzione e quelli nell’ambito provinciale.

“L’Astigiano – ha spiegato Zanelli – è un territorio che presenta una forte parcellizzazione delle imprese, con numerose realtà di piccole dimensioni e a conduzione famigliare. Significativo il dato sulla frequenza degli incidenti tra le diverse tipologie di addetti: tra il 2005 e il 2009 l’83% degli infortuni in agricoltura ha coinvolto i lavoratori autonomi, mentre i dipendenti sono stati il 17% (in numeri: 2.679 i primi, 555 gli altri)”.

E se da un lato diminuiscono gli incidenti al di sotto dei 40 giorni di prognosi, dall’altro resta costante il numero di quelli gravi.

E’ stato inoltre evidenziato come, dai dati Inail 2009, nell’ambito degli infortuni sul lavoro l’agricoltura abbia superato l’edilizia.

Nel 2010 sono state ispezionate 38 aziende rurali, nelle quali si sono verificati infortuni con macchinari: in 27 casi è stata constatata l’effettiva presenza di rischio. Elevata la percentuale di attrezzature pericolose: trattrici prive di telaio di protezione o cabina (31 casi), cinture di sicurezza (68), presa di potenza (52).

Tra le cause, oltre all’utilizzo di macchinari, che determinano gli incidenti in agricoltura ci sono le cadute che in varie situazioni coinvolgono gli addetti, il crollo di strutture o materiali, gli incendi, i traumi provocati da animali.
INFOTEL ha detto…
'Desidero ribadire ancora una volta che la sicurezza sul lavoro deve continuare a essere un impegno inderogabile e assoluto per garantire ai lavoratori condizioni ambientali rispettose delle nostre leggi e della dignita' umana''. Cosi' il Presidente del Senato, Renato Schifani, nel messaggio al Presidente dell'Inail, Marco Fabio Sartori, in occasione della Presentazione del Rapporto 2010 dell'Istituto.

''Occorre - continua Schifani - che tutte le Istituzioni e le forze sociali proseguano con determinazione nell'impegno comune per attuare le azioni necessarie al fine di contare il minor numero possibile di caduti in quello che negli ultimi anni ha assunto il carattere di un appuntamento terribile e quasi quotidiano''.

''In questa direzione tutti possono molto: la politica, naturalmente, il sindacato, certo. Ma l'incidente sara' nel nostro Paese finalmente cio' che deve essere, ovvero un fatto terribile ma casuale e rarissimo, solo quando nella mentalita' di lavoratori e imprenditori assumera' carattere naturalmente cogente il pensare innanzitutto alla sicurezza'', conclude Schifani.
INFOTEL ha detto…
I Carabinieri della Stazione di Colle Sannita, nel corso di uno specifico servizio di controllo finalizzato ai controlli sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, hanno controllato, con l’ausilio e la collaborazione dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Benevento, un cantiere edile ubicato sulla strada provinciale che dalla Fondovalle del Tammaro conduce a Santa Croce del sannio, e più precisamente del lotto che unisce il predetto paese a Castelpagano, denunciando un amministratore per alcune irregolarità riscontrate.

Il servizio in questione, organizzato e predisposto a livello centrale dallo stesso Comando Provinciale dei Carabinieri, è finalizzato alla prevenzione degli infortuni nei cantieri assicurando lo standard normativamente previsto in relazione alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

I militari operanti, in stretta sinergia con i colleghi specialisti dell’Ispettorato del Lavoro di Benevento, nel corso del controllo di loro competenza, hanno rilevato come il cantiere in questione non disponesse di adeguati servizi per la cura e la tutela dei lavoratori, e come in particolare fossero assenti servizi e attrezzature logistiche ritenute essenziali per i cantieri. In particolare sono stati contestati, quali illeciti di rilevanza penale, sia l’omessa recinzione del cantiere, al fine di impedire che persone estranee allo stesso potessero entrare indisturbati, sia la mancata realizzazione di una idonea armatura finalizzata al contenimento dei movimenti franosi delle pareti interne ad un groso scavo effettauto. Ciò in base a quanto normativamente previsto dal cosiddetto Testo unico sulla tutela della salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ragion per cui l’Amministratore delegato della società responsabile dei lavori, G.R., quarantunenne residente nella provincia beneventane, è stato denunciato ai sensi della succitata normativa per le irregolarità riscontrate.

I controlli dei Carabinieri sui cantieri di lavoro e sugli appalti connessi, sia da un punto di vista materiale che amministrativo continueranno anche nei prossimi mesi, ed interesseranno tutto il territorio della provincia sannita.
INFOTEL ha detto…
Le imprese ''investono poco in sicurezza sul lavoro''. Vi è anzitutto un ''problema culturale che porta a individuare la sicurezza come un costo e non una opportunità''. E' quanto afferma il responsabile sicurezza lavoro della Cgil Sebastiano Calleri che denuncia un senso di ''impunità generale'' determinato anche dalla scarsità di mezzi e risorse umane destinate ai controlli in rapporto al numero elevato di aziende.

''Sulla sicurezza -spiega- si registra lo stesso fenomeno che vediamo nell'evasione. Il sistema non riesce ad esercitare un adeguato effetto deterrenza. Le imprese -spiega- sono convinte che gli incidenti sul lavoro dipendono nella maggior parte dei casi dai comportamenti dei lavoratori. In generale vi è una cultura dell'adempimento formale a cui non corrispondono comportamenti sostanziali''.

Gli stessi dati sugli infortuni e incidenti nel 2010 resi noti dall'Inail che mostrano un miglioramento della situazione vanno letti, ad avviso di Calleri, senza trionfalismi. ''Gran parte del calo di incidenti e infortuni -spiega- è dovuto al calo delle ore lavorate a causa della crisi economica. Vi è un leggero miglioramento, ma se si analizzano bene i dati si vede che aumentano gli incidenti in cui sono coinvolte donne e stranieri. E aumentano le malattie professionali anche in conseguenza del peggioramento dei ritmi di lavoro dagli anni '90 ad oggi''.

Inoltre, sottolinea il responsabile sicurezza lavoro della Cgil, ''i dati vanno letti tenendo conto dell'aumento del precariato e del lavoro nero. Sempre più spesso i precari non dichiarano piccoli infortuni per paura di perdere il posto di lavoro e succede anche che immigrati trovati morti per strada sono in realtà morti sul lavoro''.

Più in generale, ad avviso di Calleri, molte norme del testo unico sulla sicurezza nel lavoro non sono ancora attuate. ''Mancano all'appello -spiega- circa 30 decreti applicativi. Tra i più importanti vi è quello sui settori particolari come polizia, volontari, ricerca, università, scuola e trasporti. Manca poi il decreto di istituzione del Sinp, il sistema integrato nazionale di prevenzione, per la creazione della banca dati sulla sicurezza. Altra inadempienza importante è quella relativa al rappresentante sindacale sulla sicurezza di territorio per le Pmi.

Per Calleri la stessa figura del medico competente ''manca della necessaria autonomia rispetto al datore di lavoro in quanto viene pagato dall'impresa''.

Inoltre, sottolinea il sindacalista, ''vi è una questione politica di fondo. Attraverso atti amministrativi -spiega- è in atto il tentativo di spostare alcune competenze di regioni e Asl sulla vigilanza all'interno del ministero del Lavoro, attribuendo funzioni improprie agli enti bilaterali. In prospettiva secondo questo disegno dovrebbero svolgere compiti di certificazione sulla corretta applicazione del sistema di gestione della sicurezza aziendale''.

''Con l'obiettivo -spiega- di realizzare un sistema in cui la vigilanza non verrebbe svolta nelle aziende dove l'ente bilaterale ha certificato la corretta gestione della sicurezza. Il rischio è che ci sia un abbassamento dei livelli di vigilanza in un quadro in cui gli stessi sindacati sono chiamati a svolgere un ruolo improprio''.

Calleri infine mette sotto accusa l'accordo Stato-Regioni sulla formazione in quanto ''in materia di sicurezza non garantisce una adeguata fromazione nè generale nè relativamente alle specificità di settore''. Per Calleri, dunque, ''vi è ancora molto da lavorare su normativa, accordi sindacali in materia di sicurezza, formazione, vigilanza e corrette sanzioni''.
INFOTEL ha detto…
Dopo le costruzioni, il settore piu' colpito dagli infortuni e' quello dei trasporti che nel 2010 copre il 7,8% del complesso delle denunce. Il settore, infatti, e' caratterizzato da un'elevata rischiosita', soprattutto per il trasporto merci su strada che nel 2010 ha registrato 14.522 casi di infortuni denunciati, registrando un calo del 4% rispetto al 2009, con 15.197 casi. A tracciare il quadro ci pensa l'Inail sottolineando che determinati provvedimenti sul lavoro hanno migliorato la sicurezza stradale. Dal 2002, infatti, e' in vigore la direttiva comunitaria che stabilisce, per i Trasporti, lavoro settimanale non superiore alle 48 ore, riposi intermedi ogni 6 ore e lavoro notturno limitato a un massimo di 10 ore. La crisi economica di certo ha giocato un ruolo fondamentale nel calo degli infortuni ma anche le misure di prevenzione hanno fatto la loro parte. Su questa scia Pirelli presenta l'iniziativa 'Dai voce alla sicurezza', il primo concorso rivolto proprio agli autotrasportatori italiani, che raccoglie le opinioni e le proposte dei professionisti del trasporto sui temi di attualita' legati alla sicurezza stradale. Il concorso parte il 15 settembre e si conclude a meta' ottobre. L'autotrasporto italiano sta attraversando in questi mesi una delicata fase di trasformazione ed evoluzione in cui il tema della sicurezza ricopre un ruolo centrale. Per questo motivo Pirelli ha deciso di chiedere ai diretti interessati quali potrebbero essere le iniziative da intraprendere per rendere piu' sicura la circolazione stradale. Gli autotrasportatori potranno lasciare ad un numero verde un messaggio vocale della durata massima di un minuto, spiegando che cosa vuol dire essere professionista del trasporto con suggerimenti sulla sicurezza stradale. In alternativa gli autotrasportatori potranno inviare un sms. Media partner dell'iniziativa sara' Trasporti-Italia.com, portale dedicato alla mobilita' e alla logistica, attraverso il quale Pirelli veicolera' tutte le iniziative legate al concorso. I messaggi piu' interessanti saranno raccolti e pubblicati nella sezione Truck & Bus del sito Pirelli e mandati in 'loop on air' sul canale radio virtuale creato per l'occasione da Pirelli. Gli stessi messaggi saranno trasmessi anche sulla pagina Facebook di Trasporti-Italia.com e sull'applicazione Iphone della testata, in cui la 'community' degli autotrasportatori avra' l'opportunita' di commentare i messaggi pubblicati
INFOTEL ha detto…
"La conferenza di oggi vuole anche rappresentare una denuncia delle carenze regionali e' il disinteresse dell'assessorato competente rispetto ad una tematica cosi' importante; basterebbero, se ci fosse la necessaria volonta' politica, solo alcuni giorni per predisporre e approvare il regolamento che permetterebbe di sbloccare i fondi previsti in bilancio e che rischiamo di non essere impegnati. Ci auguriamo, pertanto, che questo momento di denuncia possa rappresentare uno stimolo per l'autorita' regionale chiarendo sin da ora che, in assenza di risposte in tempi rapidi, saremo disposti, come partito, ad intraprendere insieme all'Anmil forme di protesta e di lotta piu' dure. Non si tratta di fare polemiche quanto piuttosto contribuire ad accelerare i tempi per dare corso ad una precisa volonta' dell'assemblea legislativa che ha voluto essere vicina ai famigliari dei tanti calabresi caduti sul lavoro'. Lo ha detto il consigliere regionale di Idv Mimmo Talarico che unitamente al collega Giuseppe Giordano ha incontrato i giornalisti insieme ai rappresentanti dell'Anmil, l'associazione dei mutilati e invalidi sul lavoro alla casa della culture a Cosenza. 'Nonostante le varie sollecitazioni e le iniziative messe in campo per spingere la Giunta regionale ad adottare il regolamento di attuazione previsto dalla legge regionale 11 del 2010 per permettere a numerose famiglie di ricevere un indennizzo a seguito della perdita dei propri congiunti sul lavoro, a tutt'oggi nulla e' stato fatto'- dice Giordano- l'inerzia della Giunta ha fatto si' che siano andati perduti i fondi stanziati per l'anno 2010 e stessa sorte,in assenza della approvazione in tempi rapidi del regolamento di attuazione, tocchera' ai fondi stanziati per l'anno 2011. Tale comportamento e' assurdo e paradossale tenuto conto delle disponibilita' finanziarie e si spiega solo ed esclusivamente per la insensibilita' di una classe politica che non tiene a cuore le sorti degli emarginati e dei deboli"."La percentuale calabrese di infortuni mortali sul lavoro che e' - dice- "di oltre 12 punti superiore al dato medio nazionale che e' del 25,2% 18 morti sul lavoro nel 2010 rispetto ai 10 del 2009. Questo dato regionale ci deve spingere a riflettere sulla necessita' di agire contestualmente sul fronte dell'attivita' di controllo e vigilanza e, dall'altra parte, stimolare una campagna di prevenzione e alfabetizzazione culturale in tema di sicurezza sul lavoro coinvolgendo le imprese , alle quali bisognera' riconoscere anche incentivi economici. Puo' prevedersi,inoltre, l'obbligo per la Regione - incalza Giordano- di costituirsi parte civile nei processi in tema di infortuni sul lavoro". Conclude l'Anmil denunciando "il quadro desolante delle problematiche riguardati le difficolta' quotidiane a cui sono costretti i familiari delle vittime sul lavoro in tema di esenzione del ticket sanitario e le esenzioni sul trasporto pubblico regionale. Una situazione, inaccettabile e offensiva per le famiglie che hanno perso un congiunto o per chi ha subito una grave invalidita' sul lavoro. Stanchi di aspettare siamo pronti a forme di lotta piu' dure per rivendicare diritti e non elemosine da un governo regionale inadatto a dare le giuste risposte ai diritti dei piu' deboli'.Ci arrivano segnali di supporto anche dal consigliere regionale di maggioranza Calderolo Imbalzano e non possiamo che apprezzare. Su questi temi, la sensibilita' di saperli affrontare va aldila' del colore politico".