Sicurezza Antincendio

Classificazione dei fuochi e tecniche di estinzione - La combustione

La combustione è una particolare reazione chimica, detta esotermica in quanto produce calore, che si sviluppa con l’ossigeno dell’aria e che, oltre a dare sviluppo di calore, è caratterizzata dall’emissione di radiazioni luminose o fiamme.
La reazione tipica che sta alla base dei fenomeni d’incendio è sempre la combustione.
La velocità di combustione è influenzata da molti fattori fra i quali la composizione chimica, la concentrazione, lo stato fisico delleù sostanze in combustione.
Questo fenomeno si realizza quando si dispone di: 
un combustibile, di un comburente e di un innesco (si parla di energia di attivazione della combustione).
 
COMBURENTE
ossigeno presente nell’aria
COMBUSTIBILE
materiali solidi, liquidi o gassosi
CALORE
elemento di innesco
(sorgente di calore, dotata di energia sufficiente e temperatura superiore a quella di accensione)

In prima approssimazione, proprio in base alla loro velocità di combustione, è possibile caratterizzare le sostanze: si può parlare così di sostanze genericamente combustibili (con bassa velocità di combustione), infiammabili (con media velocità) e sostanze esplosive (con alta ed altissima velocità). 
Tuttavia, essendo la velocità un parametro di difficile confronto, normalmente si ricorre a parametri più facilmente individuabili quali: il calore di combustione, la temperatura di combustione, la temperatura di innesco (ignizione).
E’ il calore liberato nel corso della reazione di combustione (detta anche ossidazione esotermica irreversibile). L’unità di misura della quantità di calore sono la piccola e la grande caloria:
Cal (caloria)
Kcal (chilocaloria)
E’ la temperatura massima che si raggiunge nella combustione di una sostanza combustibile. 
Si riportano alcuni valori di detto fattore per alcune sostanze:
Idrogeno 2205 C
Metano 2050 C
Benzolo 2200 C
E’ la temperatura minima alla quale deve essere portata una sostanza combustibile perché la sua combustione si inneschi e si auto sostenga senza ulteriori apporti di calore.
Detto fattore è in diretta relazione con la velocità della reazione di combustione.
Si riportano alcuni valori della temperatura di ignizione:
Olio minerale pesante 350 C
Benzina 260 C
Fosforo giallo 30 C
Queste temperature, per come è stata definita la temperatura di ignizione, dicono che, in assenza fiamma o scintilla, occorre riscaldare le dette sostanze alle temperature indicate perché prendano fuoco.
Per i combustibili liquidi è importante conoscere, oltre che la temperatura di ignizione, anche un altro fattore chiamato “punto di infiammabilità” (in inglese “flash point”).
Lo stesso si definisce come la più bassa temperatura alla quale il liquido emette, sopra la superficie liquida, vapori che con l’ossigeno dell’aria possono dare miscele infiammabili mediante un innesco esterno.
Risulta evidente che quanto più basso è il punto di infiammabilità di un liquido infiammabile, più grave è il pericolo di incendio che il liquido stesso presenta.
Per questo, in tutte le legislazioni di prevenzione incendi e di sicurezza in uso presso i vari Paesi, i liquidi infiammabili sono divisi in più classi, ognuna delle quali è caratterizzata da una temperatura massima del punto di infiammabilità.
In Italia vige la seguente classificazione:
- LIQUIDI DI CATEGORIA “A”
quelli che hanno punto d’infiammabilità inferiore ai 21 C
- LIQUIDI DI CATEGORIA “B”
quelli che hanno punto d’infiammabilità compreso fra 21 e 65 C
- LIQUIDI DI CATEGORIA “C”
quelli che hanno punto d’infiammabilità compreso fra 65 e 125 C
Gli inneschi possono essere classificati come segue:
Fiamme
Lampade scoperte, accendisigari e fiammiferi, fiamme libere e di saldatura, pareti calde (caldaie o altro).
Scintille
Elettricità
Elettricità statica, corti circuiti ed archi elettrici, fulmini, scintille da attrezzi ed utensili, impianti d’illuminazione difettosi.
Materiali caldi
Materiali incandescenti, ceneri roventi, parti di macchine surriscaldate, combustione spontanea.

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