Malattie professionali

Malattie professionali
Lo studio, presentato di recente presso la sede dell’ateneo capitolino, ha coinvolto 677 operai della provincia di Roma e rientra in un progetto che punta ad approfondire i fattori di rischio legati all’insorgenza del carcinoma del cavo orale, un tumore con un tasso di mortalità tra i più alti in assoluto

ROMA - Conoscono poco i segni iniziali del carcinoma del cavo orale e hanno abitudini potenzialmente dannose per la salute, come il fumo e il consumo di alcol. Si tratta dei 677 lavoratori edili di Roma e provincia coinvolti in una ricerca condotta dall’Inail in collaborazione con il dipartimento di Scienze odontostomatologiche e maxillo-facciali dell’Università La Sapienza. Lo studio rientra in una campagna più ampia rivolta ai lavoratori del settore edile, con l’obiettivo di valutare l’incidenza di condizioni potenzialmente oncologiche, ed è stato presentato mercoledì scorso nella sede dell’ateneo romano, in occasione della giornata dedicata alla prevenzione e alla terapia del carcinoma del cavo orale.

Scarsa la conoscenza dei segni iniziali. I dati raccolti hanno evidenziato che la metà dei lavoratori al centro dello studio, tra cui prevalgono quelli di origine europea (in maggioranza albanesi e rumeni) e italiana, ha una scarsa conoscenza dei segni iniziali del carcinoma del cavo orale. Il 43%, inoltre, fuma e il 57% è consumatore di alcol, due abitudini potenzialmente dannose per la salute della bocca. Queste percentuali aumentano se si includono anche gli ex fumatori (72,5% del totale) e i consumatori occasionali di alcool (84,5% del totale).

“Fumo e alcol le abitudini più pericolose”. “I fattori di rischio più importanti sono rappresentati dal fumo e dall’alcol, ma nei giovani anche dall’Hpv, l’infezione del papillomavirus”, spiega Antonella Polimeni, ordinario di Odontoiatria pediatrica all’Università Sapienza di Roma. Le risposte al questionario hanno invece messo in evidenza una discreta conoscenza da parte dei lavoratori intervistati dei tumori maligni della bocca, dei fattori di rischio e delle misure di prevenzione da adottare, con una percentuale di risposte corrette superiore al 50%.

“La strategia vincente è la prevenzione”. Il carcinoma del cavo orale e del labbro ha un’incidenza del 2,1% a livello mondiale, con un rapporto di circa 2 a 1 tra uomini e donne. In Italia l’incidenza è dell’1,1%, più bassa della media dell’Unione europea. Il rischio di sviluppare questo tumore aumenta con l’età: generalmente le prime manifestazioni iniziano intorno ai 45 anni e raggiungono il picco oltre i 75. “La prognosi del carcinoma orale non è migliorata significativamente negli ultimi anni: la mortalità dei pazienti affetti da cancro orale, infatti, rimane tra le più alte in assoluto – sottolinea Polimeni - La strategia vincente è la prevenzione”.

Un percorso integrato per la diagnosi precoce. Nel corso dell’incontro di ieri è stato presentato il percorso integrato messo a punto dal dipartimento testa-collo del Policlinico Umberto I di Roma: “La multidisciplinarietà e la centralità del paziente oncologico – precisa a questo proposito la professoressa – sono il presupposto di questo percorso integrato, che punta a facilitare l’accesso alla diagnosi precoce e alle cure. Abbiamo creato una task force di specialisti di diversi ambiti per permettere la migliore azione terapeutica e riabilitativa sui pazienti”.

L’ambiente di lavoro tra le variabili da valutare. Gli altri fattori di rischio nel carcinoma del cavo orale includono i traumatismi cronici, la scarsa igiene orale, l’ipovitaminosi e l’immunodeficienza. Ma anche l’ambiente di lavoro potrebbe essere implicato nell’insorgenza di questo tumore e il progetto pilota promosso dall’Inail e dall’Università La Sapienza è nato proprio per approfondire questo aspetto. “La disinformazione, dovuta all’assenza di una cultura preventiva di base – aggiunge Polimeni – spesso impedisce ai soggetti potenzialmente a rischio di sottoporsi a visite periodiche, mentre è importante fornire strumenti informativi e formativi, con particolare riferimento all’importanza degli stili di vita e dei ‘follow-up’ odontoiatrici periodici. È importante, inoltre, effettuare un’istantanea dello stato di salute del cavo orale nei lavoratori esposti ad agenti potenzialmente cancerogeni, per formulare un’eventuale diagnosi precoce”.

“L’unica indagine condotta in Italia risale al 1991”. “L’unica ricerca condotta in Italia disponibile in letteratura sul tema della possibile associazione tra carcinoma orale ed esposizioni professionali risale al 1991 – spiega la professoressa – Tra i diversi agenti carcinogeni presi in esame, è stata trovata un’associazione statisticamente significativa solo per l’asbesto e la formaldeide poiché, dato l’esiguo numero dei casi valutati (103), non era stato possibile evidenziare altre probabili correlazioni messe in risalto da diversi studi, come ad esempio quella tra carcinogenesi orale e polveri di legno”.

(fda)

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