Enel Green Power e GE Energy rafforzano il proprio impegno sulle tematiche legate alla sicurezza sul lavoro promuovendo una serie di iniziative articolate presso il Parco Eolico di “Sa Turrina Manna” tra Tula ed Erula in provincia di Sassari.Le attività, di carattere teorico e pratico, sono state organizzate in collaborazione con il Nucleo SAF (Speleo Alpino Fluviale) del Corpo dei Vigili del Fuoco e gli operatori del 118 di Sassari.
La giornata sulla sicurezza, svoltasi ieri, si è aperta con la simulazione pratica di recupero da una altezza di 80 metri, di un operatore ferito durante un normale attività in navicella, attraverso l’ausilio dell’elisoccorso, la prima di questo genere in Italia. In una seconda esercitazione, l’infortunato, assicurato ad una barella, è stato portato a terra dopo una discesa in corda all’interno della torre eolica.
Nel pomeriggio l’evento, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e delle amministrazioni comunali di Erula e Tula, è proseguito con una sessione teorica finalizzata ad individuare alcuni aspetti della Sicurezza legati alla gestione di un parco eolico, per studiare possibili aree di miglioramento.
Per raggiungere l’obiettivo “zero infortuni”, Enel ha lanciato un Piano di miglioramento della gestione della sicurezza, articolato in 9 ambiti di intervento: promozione della cultura della sicurezza, miglioramento dei processi e dei rapporti tra appaltatori e fornitori, comunicazione efficace, reazione tempestiva agli eventi, migliore formazione, pianificazione e chiarezza degli obiettivi, prevenzione strutturale dei luoghi di lavoro, organizzazione della sicurezza e condivisione delle esperienze.
"La sicurezza è il nostro obiettivo più importante - ha detto Stefano Cervini, responsabile Safety di Enel Green Power – non ci rassegneremo mai all’idea che delle persone possano farsi del male, lavorando con Enel, siano esse colleghe e colleghi o dipendenti delle ditte appaltatrici. Grazie all'impegno profuso da tutto il Gruppo, negli ultimi 5 anni gli indici della sicurezza sono migliorati, con una riduzione del 65% della frequenza degli infortuni e del 44% della gravità. Ma non potremo ritenerci soddisfatti finché non avremo raggiunto il traguardo zero infortuni".
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Il presidente Fini cita il Capo dello Stato, quando in uno dei suoi numerosi interventi che hanno contribuito a sensibilizzare l'opinione pubblica sul dramma del fenomeno infortunistico affermò che "l'incolumità e la salute dei lavoratori costituiscono valori primari per la società e la loro tutela è interesse non solo del singolo, ma di tutta la collettività". "Da qui, dunque- spiega Fini- la necessità di porre al centro del sistema dei rapporti di produzione una moderna cultura del lavoro che non può tollerare alcun compromesso sull'integrità della vita umana e questo anche a costo di un incremento degli oneri e dei vincoli in capo al sistema delle imprese".
A tale proposito, ricorda ancora Gianfranco Fini alla presentazione del rapporto annuale Inail, "non dobbiamo dimenticare che per il raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia della salute dei lavoratori non si può prescindere da un affidabile sistema di monitoraggio articolato per settori, dimensione di impresa, tipologie contrattuali e altri criteri utili a verificare nel tempo l'efficacia o meno delle azioni intraprese nei diversi ambiti. Fondamentale è, altresì, la collaborazione tra le parti sociali, nel presupposto che il loro incontro dia luogo a soluzioni concretamente utili come quelle che riguardano la qualità delle attività di formazione". Fini osserva che appaiono "utili tutti i sistemi che incentivano i buoni risultati, a partire dal maggiore collegamento tra il premio assicurativo e gli infortuni riscontrati. Da questo punto di vista è sicuramente apprezzabile la decisione dell'Inail di utilizzare gli incentivi alle piccole e medie imprese - che rappresentano la spina dorsale del nostro tessuto produttivo - come marketing culturale per dar vita ad una serie di interventi mediante i quali generare un positivo effetto a catena sull'intero settore della prevenzione e della sicurezza sul lavoro".
Il presidente della Camera Gianfranco Fini osserva che quello per garantire maggiore sicurezza del lavoro è "un percorso che, cadendo proprio nell'anniversario dei primi 150 anni dell'Unità d'Italia, si arricchisce, per l'Inail, di un significato simbolico ancora più denso e ricco di emozione". "Sono sicuro- conclude Fini- che con il concorso di tutti, delle forze sociali, di tutte le componenti del mondo della produzione e del lavoro, di tutte le istituzioni, potremo imprimere ancor più accelerazione ad un processo già in atto da tempo, precondizione indispensabile per diventare un Paese economicamente più competitivo, ma soprattutto socialmente più attento a garantire la salute e la stessa dignità di tutti i lavoratori".
Nel corso del controllo sono stati deferiti i titolari di tre ditte esecutrici dei lavori e il tecnico coordinatore dei lavori. In particolare i quattro sono stati denuncianti per non aver redatto un idoneo piano di sicurezza, per non aver dotato il cantiere di una idonea recinzione, per la mancanza di una idonea viabilità all'interno del cantiere ed infine per aver sub - appaltato i lavori senza la preventiva autorizzazione dell' ente appaltante.
Il dato è stato riportato da Rino Pavanello, segretario nazionale dell’Associazione Ambiente e Lavoro, al Convegno “Icmesa 35 anni dopo” nell’anniversario del disastro della diossina di Seveso (era il 10 luglio 1976), con la fuoriuscita di diossina, che coinvolse una ampia area della Brianza, con ingenti danni sociali ed economici.
Pavanello ha anche ha reso noti i dati degli stabilimenti classificati “a rischio industriale rilevante” ai sensi della cosiddetta “Direttiva Seveso” (Decreto Legislativo n. 334/1999). Si tratta di circa 10.000 stabilimenti in Italia classificati “a rischio industriale rilevante” (dati aggiornati ad aprile 2011).
Di questi, 1.101 siti sono in classe “A” e “B”, ovvero con maggiore quantità di sostanze pericolose e sottoposti alla vigilanza di Ministeri e Regioni. Circa 9.000 invece sono in Classe “C” (minori quantità e controllati da Asl e Vigili del Fuoco).
Dall’8 luglio partiranno una serie di incontri tecnico-pratici presso il Centro di Addestramento Operativo dell’Aquila.
L’Aquila, 5 luglio 2011 – Si è tenuto a L’Aquila il secondo incontro del percorso ”Safety Coaching”, il progetto per la sicurezza rivolto alle imprese di Lazio, Abruzzo e Molise che lavorano con Enel nei settori della distribuzione dell’energia elettrica e dell’illuminazione pubblica ed artistica.
Il progetto si propone di accrescere la consapevolezza di quanto sia importante la sicurezza sul lavoro, fornire alle imprese strumenti per migliorarsi, rendere sempre più efficaci le azioni in materia di prevenzione degli infortuni.
L’incontro aquilano ha avuto ad oggetto l’analisi degli appalti sia sotto il profilo tecnico sia sotto quelle normativo.
Per Enel la delegazione era diretta da Alfonso Sturchio, Responsabile per Enel Distribuzione di Lazio, Abruzzo e Molise e da Emanuele Sguazzi, Responsabile di Enel Sole per l’Italia centrale. Erano presenti responsabili e tecnici delle imprese coivolte nell’iniziativa.
“Far lavorare in sicurezza i dipendenti Enel e quelli delle imprese è la nostra priorità assoluta – ha dichiarato Sturchio – Per questo è importante confrontarsi con gli imprenditori e trasmettere loro la storia, l’esperienza e la cultura della sicurezza Enel”.
Il “Safety Coaching”, che è alla prima edizione, si svolgerà in varie fasi per concludersi a novembre. I prossimi incontri, che saranno sia teorici che pratici, si terranno presso il Centro Enel di addestramento operativo dell’Aquila a partire dall’8 luglio.
Saranno coinvolti nella formazione oltre 250 lavoratori di 13 imprese.
Sono state avviate iniziative basate su approcci molto innovativi, come le rappresentazioni teatrali (“La sicurezza va in teatro), dove capi squadra Enel, insieme ad attori professionisti, si sono trovati ad interpretare in chiave critica le proprie esperienze riguardo ai temi del rischio e della sicurezza.
Inoltre ogni anno si svolge la settimana internazionale della sicurezza (nel 2010 alla sua terza edizione) che coinvolge tutto il personale Enel, 73.600 persone in 19 paesi, le famiglie, gli appaltatori, le istituzioni, in momenti di riflessione, comunicazione, formazione, per ricordare che la sicurezza è una responsabilità di tutti e che la guardia non va mai abbassata 24 ore su 24 , 7 giorni alla settimana.
Il macchinario infatti è lo stesso che il 4 giugno scorso, un sabato, ha preso fuoco improvvisamente, esplodendo in parte. Sequestrato dalle forze dell’ordine, era stato riconsegnato all’azienda due settimane fa. E da allora tenuto in manutenzione per il ripristino. Ma chi ha effettuato i lavori di riparazione, si è appreso durante la raccolta di testimonianze affidata agli agenti del Commissariato di Termoli e la ricostruzione della vicenda, ha omesso di avvertire che mancavano i due cuscinetti di protezione. Il collaudo doveva ancora essere fatto, e proprio venerdì si aspettavano i vigili del fuoco per il nulla osta finale. Ma qualcosa è andato storto, e le mani del 42enne sono rimaste schiacciate sotto il rullo che spalma colla sul nastro.
Al dramma si è aggiunta la beffa dell’autovettura aziendale, quella che si dovrebbe utilizzare per emergenze simili, che non partiva. Questo, almeno, è emerso nel corso degli accertamenti fatti sul posto dalle forze dell’ordine. La batteria dell’auto era scarica e il motore non ne ha voluto sapere di mettersi in moto.
Un particolare che ha richiesto tempo supplementare per cercare un mezzo disponibile all’immediato trasporto in ospedale.
Quello di venerdì scorso, per il quale lo stesso operaio coinvolto è stato ascoltato dalla Polizia e ha ricostruito la sua versione dei fatti, non è il primo infortunio che si verifica in Vibac, azienda a elevato livello di pericolosità perché, pur non essendo una chimica, utilizza solventi, vernici e materiali infiammabili. Diversi gli incendi registrati dalla cronaca durante gli ultimi tre anni, a cominciare da quello del settembre 2008 per finire appunto a quello dello scorso giugno, durante il quale a sentire voci interne si sarebbe rischiato grosso. E anche gli incidenti sul lavoro sono stati diversi. Le rsu, sindacati interni, hanno proclamato lo stato di agitazione. Non viene esclusa, al momento, l’eventualità di uno sciopero.